Denominazione: | Taurasi Riserva DOCG |
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Annata: | 2009 |
Regione: | Campania |
Tipologia: | Rosso |
Vitigni: | Aglianico 100% |
Colore: | Intenso e consistente rosso rubino |
Profumo: | Intensi aromi di fiori, e di frutti di bosco maturi, sentori di confettura e poi note selvatiche, di caffè e di cuoio |
Gusto: | Sorso preciso, tannico, strutturato, avvolgente |
Gradazione: | 14% |
Temperatura di Servizio: |
18-20°C |
Formato: | Bottiglia 75 cl |
Vigneti: | Vigne di circa 75 anni situate a Castelfranci (AV) a circa 450 metri di altitudine, su suoli di origine vulcanica, con terreno argilloso con strato superficiale sciolto |
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Vinificazione: | Una lunga fermentazione, con delestage e rimontaggi, e una lunga macerazione post-fermentativa |
Affinamento: | 2 anni in tonneaux di secondo passaggio e barrique di terzo passaggio, con imbottigliamento dopo 10 anni |
Filosofia Produttiva: |
Vini Biologici |
“Ad Ultimum” è il Taurasi Riserva DOCG di Villa Diamante. E verrebbe anche da dire che è esattamente il Taurasi di Castelfranci, ovverosia uno dei luoghi di elezione per l’aglianico in Irpinia. Qui le condizioni pedoclimatiche risultano infatti ideali per questo tipo di vitigno. Ed è qui che l’aglianico da sempre ha saputo regalare i suoi migliori momenti di gloria e rantoli di felicità e soddisfazione enoica per i più fervidi degustatori.
“Ad Ultimum” è una piccola perla enologica. E’ infatti prodotto in quantità esigue vista la produzione totalmente artigianale, da assaporare quindi a piccoli sorsi, per capire il valore del lavoro svolto dalla cantina. E’ uno di quei vini che conserva l’essenza, il sapore e l’autenticità dell’Aglianico in Irpinia. Si presenta al calice in un fitto e consistente rosso rubino. Il suo spettro olfattivo si mostra stratificato e complesso e vira tra frutti di bosco, poi note speziate, di confettura e terziari che ricordano il cuoio ed il caffè. Il sorso è di corpo, vigoroso, con un sorso di grande avvolgenza grazie a una trama tannica puntuale; il sapore che si avverte vira verso il sapido. Pochissime bottiglie prodotte purtroppo, un lusso per pochi, ma un grande tesoro prodotto in Italia.

Era il 1997 quando Antoine Gaita, belga di nascita ma italiano di adozione, carpì le potenzialità del territorio di Montefredane ad Avellino, dove una costante ventilazione ed un'importante escursione termica notturna avrebbero solo portato benefici alla composizione aromatica del suo fiano. E così in 4 ettari Antoine ha portato con sé nel viaggio Belgio–Campania, tutta la cultura francese. Tutte scelte finalizzate a garantire la più grande concentrazione gustativa
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