Bibenda:
Vitae:
2016
2017













Denominazione: | "Muro Sant'Angelo Contrada Barbatto" Primitivo Gioia del Colle |
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Annata: | 2019 |
Regione: | Puglia |
Tipologia: | Rosso |
Vitigni: | Primitivo 100% |
Colore: | Rosso rubino carico |
Profumo: | Frutta anche in confettura (mora, gelso nero, prugna, visciole), cioccolato, note di china, tabacco e macchia mediterranea |
Gusto: | Rotondo, morbido, tannino integrato, note speziate e balsamiche sul finale, persistente |
Gradazione: | 16,5% |
Temperatura di Servizio: |
18-20°C |
Formato: | Bottiglia 75 cl |
Vigneti: | Vecchie viti di Primitivo di circa 80 anni allevate ad alberello a 330 m s.l.m. su suolo calcareo con esposizione a sud |
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Vinificazione: | Vendemmia a fine agosto, fermentazione in acciaio con 30 giorni di macerazione sulle bucce |
Affinamento: | Qualche mese in acciaio e 16-18 mesi in botti di legno francese, più altri 6 mesi in bottiglia |
Filosofia Produttiva: |
Vino biologico |
Nella DOC Gioia Del Colle, precisamente ad Acquaviva delle Fonti, sulle colline in provincia di Bari, si produce il Primitivo "Muro Sant'Angelo Contrada Barbatto" di Tenute Chiaromonte. Questo vino è la chiara espressione della potenzialità delle vecchie viti di circa 80 anni allevate ad Alberello Pugliese di mostrare carattere, forza, e qualità. Ci troviamo ad un'altitudine di circa 330 m s.l.m. su un terreno ricco principalmente di calcare e con esposizione a sud delle viti. La vendemmia è precoce, avviene infatti verso la fine di agosto con raccolta manuale; in cantina la fermentazione avviene in acciaio con circa 30 giorni di macerazione sulle bucce, mentre l'affinamento avviene per qualche mese in acciaio e per 16-18 mesi in botti di legno francese, dopodiché prima di essere commercializzato riposa altri 6 mesi in bottiglia.
È un vino dal colore rosso rubino carico, che non da spazio a riflessi per quanto è impenetrabile, già si capisce che ha una grande struttura. Gli aromi sono principalmente quelli della frutta a polpa rossa, scura, matura, anche in confettura, la mora, il gelso nero, la prugna, le visciole, per poi arrivare a percepire anche il cioccolato, note amare di china, tabacco, e anche percezioni di macchia mediterranea. Al palato il sorso è pieno, rotondo, morbido, avvolgente, sapido, il tannino ben integrato, e un giusto equilibrio nelle percezioni gustative, si conferma il bouquet aromatico olfattivo e si aggiungono delle note speziate e balsamiche sul finale, che è persistente.

La Puglia si sa, culla enoica da secoli, una tra le terre più fertili per le viti, ma anche per altre colture come ad esempio gli ulivi. Furono i Fenici prima e i Greci poi, i primi popoli ad accorgersi del grande potenziale di questi terreni rocciosi ricchi di calcare e caratterizzati da fenomeni carsici, che godevano e godono tuttora di un clima mite, e che sarebbero stati luoghi ideali per la coltivazione dell'uva. Nel 1826 la famiglia Chiaromonte decide di rendere omaggio alla storia, alla terra, all'agricoltura e nasce Tenute Chiaromonte. Oggi alle redini aziendali c'è Nicola, che appartiene ad un paio di generazioni successive, a cui va il merito della conversione dell'agricoltura della tenuta al biologico: si mantengono le tradizioni ma si guarda all'innovazione, sempre nel pieno rispetto della natura, sotto ogni aspetto e per ogni processo, fuori e dentro la cantina. Nicola sperimenta, metodi fermentativi, tipologia di botte, affinamenti, ma lo fa sempre con amore nei confronti dei processi naturali delle cose.

Tagliere di salumi e formaggi

Maccheroni con sugo e ricotta

Parmigiana di melanzane